3 Febbraio _ A Sebàste, in Arménia, la passione di san Biàgio, Vescovo e Martire, il quale, operatore di molti miracoli, sotto il Preside Agricolào, dopo essere stato lungamente battuto e sospeso ad un legno, ove con pettini di ferro gli furono lacerate le carni, dopo aver sofferto un'orrida prigione ed essere stato sommerso in un lago, dal quale uscì salvo, finalmente, per ordine del medesimo giudice, insieme con due fanciulli, fu decapitato. Prima di lui sette donne, le quali raccoglievano le gocce di sangue che scorrevano dal corpo dello stesso Martire, mentre era tormentato, furono arrestate come Cristiane, e tutte dopo atroci tormenti percosse con la spada. In Africa san Celerino Diacono, il quale chiuso per diciannove giorni in prigione, nei ceppi e nelle catene e in altri vari tormenti, fu glorioso Confessore di Cristo, e, mentre vinse l'avversario colla inespugnabile fermezza del suo combattimento, aprì agli altri la strada della vittoria. Nello stesso luogo i santi tre Martiri consanguinei dello stesso Diacono Celerino, cioè Laurentino ed Ignazio suoi zii, e Celerina sua nonna, i quali prima erano stati coronati col martirio; sulle loro gloriose gesta si ha una lettera del beato Cipriàno. Così pure in Africa i santi Martiri Felice, Sinfrónio, Ippolito e Compagni. Nella città di Gap, in Frància, i santi Tigide e Remédio Vescovi. A Lione, in Frància, i santi Lupicino e Felice, essi pure Vescovi. A Brema sant'Anscàrio, Vescovo di Amburgo e poi anche di Brema, il quale convertì alla fede di Cristo gli Svedési e i Danési, e dal Papa Gregorio quarto fu nominato Legato Apostolico di tutto il Settentrione.