21 Aprile _ A Canterbury, nell'Inghiltérra, sant'Ansélmo Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per santità e per dottrina. In Pèrsia il natale di san Simeone, Vescovo di Seléucia e Tesifónte, il quale, per ordine di Sapore Re dei Persiani, preso e caricato di catene, presentato ad iniqui tribunali, e non volendo adorare il Sole, ma rendendo testimonianza a Gesù Cristo con libera e costantissima voce, primieramente fu per lungo tempo macerato coll'ergastolo carcerario, insieme con altri cento (alcuni dei quali erano Vescovi, altri Preti ed altri Chierici di diversi ordini). Allora, avendo con costanza subito il martirio Ustazàne, educatore del Re, che già prima aveva apostatato dalla fede, ma era stato da lui richiamato a penitenza, nel giorno seguente, che era l'anniversario della passione del Signore, scannati già tutti sotto gli occhi di Simeone, il quale vigorosamente ad uno ad uno li esortava, fu alla fine anche lui decollato. Patirono con lui anche gli illustrissimi personaggi Abdécala ed Anania, che erano suoi Preti. Anche Pusicio, Prefetto degli operai del Re, per aver incoraggiato Anania che vacillava, morì di morte crudele, essendogli stato aperto il collo vicino al tendine ed estrattane la lingua; dopo di lui anche una sua figlia, che era Vergine sacra, fu straziata con molti ed atroci tormenti e finalmente decollata colla spada. Ad Alessandria i santi Martiri Aratóne Prete, Fortunato, Felice, Silvio e Vitale, che morirono in prigione. A Nicomédia i santi Martiri Apólline, Isàcio e Codràto, L'ultimo di essi, sotto l'Imperatore Diocleziano fu decapitato, e, pochi giorni dopo di lui, i primi due sfiniti dalla fame nel carcere meritarono la corona del martirio. Ad Antiochia sant'Anastasio Sinaita Vescovo. Ad Altòtting, in Bavièra, san Corrado da Pàrzham, Confessore, dell'Ordine dei Minori Cappuccini, insigne per la carità e la pietà, il quale, illustre per miracoli, dal Papa Pio undecimo fu ascritto nel numero dei Santi.