[Rank] Dominica III Post Pentecosten, infra Octavam SSmi Cordis D.N.J.C;;Semiduplex;;5;;ex Tempora/Pent02-5 [Rule] ex Tempora/Pent02-5; 9 lectiones Psalmi Dominica Antiphonas horas Symbolum Athanasium Doxology=Heart [Capitulum Vespera] !1 Pet 5:6-7 v. Carissimi: Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti nel tempo della (sua) visita; ogni vostra ansietà gettate su lui, perché egli ha cura di voi. $Deo gratias [Ant 1] Conobbero tutti * da Dan fino a Bersabea, che Samuele era un fedele profeta del Signore. [Versum 1] V. Ha lasciato memoria delle sue meraviglie il pietoso Signore. R. Ha dato un cibo a quelli che lo temono. [Oratio] Protettore di quelli che sperano in te, o Dio, senza di cui niente è valido, niente è santo, moltiplica su di noi la tua misericordia; affinché sotto la tua guida e la tua direzione, passiamo così fra i beni temporali che non perdiamo gli eterni. $Per Dominum [Lectio1] Dal primo libro dei Re !1 Sam 9:18-21 18 Sul si accostò allora a Samuele (ch'era) dentro alla porta (della città) e disse: Mostrami, di grazia, dov'è la casa del Veggente. 19 E Samuele rispose a Saul: Son io il Veggente; sali dinanzi a me al luogo alto, affinché oggi mangiate con me, e poi domattina ti lascerò partire, e ti spiegherò tutto quello che hai nel tuo cuore; 20 in quanto alle asine smarrite tre giorni fa, non star in pensiero, perché si sono trovate. E di chi sarà tutto il meglio di Israele? non sarà egli tuo e di tutta la casa di tuo padre? 21 Ma Saul rispose e disse: E non sono io figlio di Jemini della tribù più piccola d'Israele? e la mia famiglia non è essa l'ultima fra tutte le famiglie della tribù di Beniamino? Perché dunque m'hai tenuto questo discorso? [Responsory1] @Tempora/Pent02-5:Responsorium1 [Lectio2] !1 Sam 9:22-25 22 Ma Samuele prese con sé Saul e il suo servo, e li introdusse nella sala del banchetto, e diede loro il primo posto fra tutti gl'invitati; i quali erano circa trenta uomini. 23 Poi Samuele disse al cuoco: Dammi la porzione che ti consegnai e ti ordinai di conservare presso di te. 24 Il cuoco allora portò una spalla, e la pose davanti a Saul. E Samuele disse: Ecco quello ch'è avanzato: mettitelo dinanzi e mangia, perché fu conservato apposta per te, quando invitai il popolo. E Saul quel giorno mangiò con Samuele. 25 Quindi dal luogo alto scesero nella città, e (Samuele) parlò con Saul sulla terrazza: gli preparò un letto sulla terrazza e Saul dormì. [Responsory2] @Tempora/Pent02-5:Responsorium2 [Lectio3] !1 Sam 9:26-27; 10:1 26 E la mattina, alzatisi sul far del giorno, Samuele chiamò Saul ch'era sulla terrazza, dicendo: Alzati, e t'accommiaterò. E Saul si alzò: e usciron fuori ambedue, cioè lui e Samuele. 27 E mentre scendevano verso la parte estrema della città, Samuele disse a Saul: Dì al servo che passi avanti e ci preceda; e tu fermati un po' affinché io ti indichi la parola del Signore. 1 Allora Samuele prese un vasetto di olio e lo versò sul capo di lui, e lo baciò, e disse: Ecco che il Signore t'ha unto come principe sulla sua eredità, e tu libererai il suo popolo dalle mani dei suoi nemici che gli stanno all'intorno. [Responsory3] @Tempora/Pent02-5:Responsorium3 [Lectio4] !Dalla Lettera Enciclica di Papa Pio XI È certo però che fra tutte le pratiche, che spettano propriamente al culto del Sacratissimo Cuore, primeggia, degna di ricordarsi, la pia consacrazione colla quale offriamo al Cuore di Gesù noi e tutte le cose nostre, riconoscendole ricevute dalla eterna carità di Dio. Se non che, conviene che si aggiunga un'altra cosa, l'atto cioè di conveniente espiazione o riparazione, come suol dirsi, da prestarsi al Cuore Sacratissimo di Gesù. E infatti, se nella consacrazione primeggia l'intento di ricambiare l'amore del Creatore coll'amore della creatura, ne segue naturalmente un altro, che dello stesso Amore increato, quando sia o per dimenticanza trascurato o per offesa amareggiato, si debbano risarcire gli oltraggi in qualsiasi modo recatigli: il qual dovere comunemente chiamiamo col nome di riparazione. [Responsory4] @Tempora/Pent02-5:Responsorium4 [Lectio5] Che se all'uno e all'altro dovere siamo obbligati per le stesse ragioni, al debito particolarmente della riparazione siamo stretti da un più potente motivo di giustizia e d'amore: di giustizia, per espiare l'offesa recata a Dio colle nostre colpe e ristabilire, con la penitenza, l'ordine violato; di amore, per patire insieme con Cristo paziente e «saturato d'obbrobrii» e recargli, secondo la nostra pochezza, qualche conforto. Infatti, essendo noi tutti peccatori e gravati da molte colpe, dobbiamo onorare il nostro Dio, non solo con quel culto onde adoriamo coi dovuti ossequi la somma sua Maestà, o mediante la preghiera riconosciamo il suo supremo dominio, o coi ringraziamenti lodiamo la sua generosità infinita; ma di più è necessario che diamo soddisfazione alla giusta vendetta di Dio, «per gli innumerevoli peccati e offese e negligenze» nostre. Adunque alla consacrazione, colla quale ci offriamo a Dio e diventiamo sacri a Lui, per quella santità e stabilità, che è propria della consacrazione, come insegna l'Angelico (II. II. q.81, a.8, c); si deve aggiungere l'espiazione, con cui estinguere al tutto le colpe, non forse la santità della somma giustizia rigetti la nostra proterva indegnità, e non che gradire il nostro dono, lo rifiuti piuttosto come sgradito. [Responsory5] @Tempora/Pent02-5:Responsorium5 [Lectio6] Questo dovere d'espiazione incombe a tutto il genere umano, poiché, secondo gli insegnamenti della fede cristiana, dopo la miseranda caduta di Adamo, esso, macchiato di colpa ereditaria, soggetto alle passioni e guasto nel modo più compassionevole, avrebbe meritato d'essere condannato all'eterna perdizione. Negano, sì, questa verità, i superbi sapienti del nostro secolo, i quali rinnovano la vecchia eresia di Pelagio, vantando una bontà congenita della umana natura, che per virtù sua si spinga a sempre maggiore perfezione; ma queste false invenzioni della superbia umana, sono condannate dall'Apostolo, il quale ci ammonisce che «eravamo per natura figli dell'ira» (Ephes. 2,3). E per verità già fin dal principio del mondo gli uomini riconobbero in qualche modo il debito di tale comune espiazione, mentre per un certo istinto naturale si diedero, anche con pubblici sacrifici, a placare la Divinità. [Responsory6] @Tempora/Pent02-5:Responsorium6 [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Luca !Luc 15:1-10 In quell'occasione: Pubblicani e peccatori si accostavano a Gesù per udirlo. Eccetera. _ Omelia di san Gregorio Papa !Omelia 34 sul Vangelo, n. 2-3 Avete udito, fratelli miei, nella lettura del Vangelo, che i peccatori e i pubblicani si accostavano al nostro Redentore; e che non solo furono ammessi a parlare, ma anche a mangiare con lui. Vedendo ciò i farisei si sdegnarono. Da questo risulta che la vera giustizia è compassionevole, ma la falsa giustizia è disdegnosa. Sebbene anche i giusti sogliano sdegnarsi, e giustamente, contro i peccatori: ma altro è quando si fa per spirito di superbia, altro quando si fa per zelo di disciplina. [Responsory7] @Tempora/Pent02-5:Responsorium7 [Lectio8] Poiché si sdegnano, sì, ma come non si sdegnassero; disperano dei peccatori, ma come se non ne disperassero; li perseguitano, ma amandoli: poiché sebbene lo zelo del bene metta loro sovente sulle labbra dei rimproveri, tuttavia conservano nell'interno la dolcezza della carità. Nell'animo loro per lo più antepongono a se stessi quelli che riprendono: anzi stimano migliori di sé quelli che giudicano. Così facendo, contengono i sudditi colla disciplina e se stessi coll'umiltà. [Responsory8] @Tempora/Pent02-5:Responsorium8 [Lectio9] Al contrario quelli che sogliono insuperbirsi per falsa giustizia, disprezzano tutti gli altri, senza usare veruna indulgenza alla loro debolezza; e cosi quanto più non si credono peccatori, tanto più peccatori diventano. Di questo numero erano certamente i farisei, perché biasimando essi il Signore che accoglieva i peccatori, riprendevano nella durezza del loro cuore la stessa sorgente della misericordia. Ma perché erano talmente malati da ignorare il loro male, affinché conoscessero quello che erano, il medico celeste li cura con dolci rimedi, presenta loro una commovente parabola, e spreme nel loro cuore il tumore della piaga. &teDeum [Capitulum Laudes] !1 Pet 5:6-7 v. Carissimi: Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti nel tempo della (sua) visita; ogni vostra ansietà gettate su lui, perché egli ha cura di voi. $Deo gratias [Ant 2] Chi è tra voi, * che se ha cento pecore, e ne perde una, non lascia le altre novantanove nel deserto, e non va dietro a quella che ha perduta, finché l'abbia ritrovata? Alleluia. [Versum 2] V. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me. R. Che sono mansueto e umile di Cuore. [Capitulum Tertia] !1 Pet 5:6-7 v. Carissimi: Umiliatevi sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi esalti nel tempo della (sua) visita; ogni vostra ansietà gettate su lui, perché egli ha cura di voi. $Deo gratias [Capitulum Sexta] !1 Pet 5:8-9 v. Siate sobrii e vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, vi gira attorno come un leone ruggente, cercando chi divorare, a cui resistete stando forti nella fede, sapendo che la stessa sofferenza hanno i vostri fratelli dispersi per il mondo. $Deo gratias [Capitulum Nona] !1 Pet 5:10-11 v. Ma il Dio di ogni grazia, il quale ci ha chiamati alla sua eterna gloria in Gesù Cristo, dopo un po' di patimenti egli stesso compirà l'opera sua, vi conforterà e renderà saldi. A lui la gloria e l'impero pe' secoli dei secoli. Così sia. $Deo gratias [Ant 3] Qual è la donna, * che, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna, e non spazza la casa, e non cerca attentamente, finché l'abbia trovata? [Versum 3] V. Ha lasciato memoria delle sue meraviglie il pietoso Signore. R. Ha dato un cibo a quelli che lo temono. [Commemoratio] !Commemorazione dell'Ottava del Santissimo Cuore di Gesù @Tempora/Pent02-5:Oratio