[Rank] Feria Sexta in Parasceve;;Feria privilegiata Duplex I classis;;7 [Rule] Full text [Prelude] !!Lezioni ! I ministri sacri, indossando stole nere, vengono all'altare, si prostrano davanti ad esso e pregano in silenzio per un poco. Si da un segnale e tutti si inginocchiano dritti tranne il celebrante che sta in piedi di fronte ai gradini dell'altare e canta in tono feriale: V. O Dio, che per i meriti della Passione di Gesù Cristo, nostro Signore, ci hai liberati dalla morte ereditaria del primo Adamo, nella quale si ritrova ogni creatura umana: concedi che, fatti conformi a lui, abbiamo a portare nella santità l'impronta della divina grazia, così come necessariamente portiamo l'immagine della natura umana. Per lo stesso Signore Nostro Cristo. Amen. _ _ !!I. Lezioni, Passione ! I Ministri sacri siedono mentre un lettore legge la prima lezione senza titolo. !PROFEZIA !Osee 6:1-6 Questo dice il Signore: Nella loro tribolazione si alzeranno al mattino per venire a me. In via [diranno]: torniamo al Signore; poiché Egli stesso ci ha rapiti e ci salverà: ci ha percossi e ci guarirà. Egli ci renderà la vita dopo due giorni; il terzo giorno ci risusciterà e vivremo dinanzi a lui. Lo conosceremo e lo seguiremo per conoscerlo [sempre meglio]: egli verrà a noi come l'aurora e [desiderato] come la pioggia di autunno o di primavera. Che farò io a te, o Efraim? Che farò io a te, o Giuda? La vostra bontà è come una nube mattutina, e come la rugiada che al mattino scompare. Perciò io li ho trattati duramente per mezzo dei miei profeti e li uccideva colle parole della mia bocca; per tal modo la giustizia [della tua condanna] apparirà [chiara] come la luce. Perché io amo la misericordia e non il sacrificio, e la scienza di Dio più degli olocausti. _ !Tratto V. Ho sentito, o Signore, il tuo annunzio e ne ho avuto spavento. Ho considerato le tue opere e ne fui atterrito. V. Tu ti rivelerai in mezzo a due animali; quando sarà vicino il tempo. Ti farai conoscere; quando sarà giunto il momento, ti farai vedere. V. E poiché l'anima mia è turbata, tu nell'ira ti ricorderai d'aver pietà. V. Dio verrà dal Libano e il Santo dal monte ombroso e folto. V. La sua maestà ha coperto i cieli; la terra tutta è piena della sua gloria. _ !Orazione V. Preghiamo V. Piegate le ginocchia! R. Alzatevi. Dio, da cui Giuda ricevette il castigo del suo delitto e il ladrone il premio del suo pentimento, fa a noi sentire l'effetto della tua pietà, affinché, come nella sua Passione Gesù Cristo Signor nostro diede all'uno e all'altro il dovuto trattamento, cosi tolte da noi le aberrazioni dell'uomo vecchio, ci dia la grazia della sua risurrezione. $Qui tecum _ _ !Lezione !Exodus 12:1-11 In quei giorni il Signore disse a Mosè e ad Aronne nella terra di Egitto: Questo mese sarà per voi il principio dei mesi: sarà il primo dei mesi dell'anno. Parlate a tutta l'adunanza dei figliuoli d'Israele, e dite loro: il decimo giorno di questo mese prenda ognuno un agnello per famiglia e per casa. Che se il numero è inferiore a quello sufficiente per mangiare l'agnello, chiamerà il suo vicino, quello che sta accanto alla sua casa, secondo il numero delle persone bastanti per mangiar l'agnello. Questo poi sarà senza macchia [o difetto], maschio di un anno; e con eguale rito potete prendere anche un capretto. L'agnello lo serberete fino al giorno decimoquarto di questo mese; e tutta la moltitudine dei figliuoli d'Israele lo immolerà alla sera. E prenderanno del sangue suo e lo metteranno sulle due porte e sull'architrave della porta delle case nelle quali lo mangeranno. E in quella notte mangeranno quelle carni, arrostite al fuoco, con pani azzimi e lattughe selvatiche. Non mangerete nulla di crudo di esso, o cotto nell'acqua, ma soltanto arrostito col fuoco; mangerete anche il capo, coi piedi e gli intestini. Niente di esso deve avanzare per il mattino; se ne avanzasse qualcosa, si brucerà al fuoco. E lo mangerete in questo modo: Avrete i fianchi cinti, i calzari ai piedi, e il bastone in mano, e mangerete molto in fretta, perché è la Phase – Pasqua - [cioè il passaggio] del Signore. _ !Tratto. !Ps 139:2-10 et 14. V. Signore, liberami dall'uomo malvagio, liberami dagli uomini iniqui. V. I quali tramano il male in cuor loro; tutto il giorno suscitano guerre. V. Come di serpente vibra la loro lingua; veleno di vipera portano sul loro labbro. Signore, difendimi dal peccatore; liberami dagli iniqui. V. Essi tramano per farmi cadere. I superbi mi han teso un laccio nascosto. V. Hanno teso delle reti, han posto un inciampo lungo la strada. V. Ho detto al Signore: Tu sei il mio Dio: Signore, ascolta il grido della mia supplica. V. O Signore, Signore rifugio della mia salvezza, proteggi il mio capo nel giorno, del combattimento. V. Non darmi, o Signore, in potere al peccatore, come egli desidera; essi macchinano contro di me, non mi abbandonare, perché essi non abbiano a gloriarsi. V. Sopra di quei che mi circondano ricadrà l'iniquità delle loro labbra. V. Ma i giusti daranno lode al tuo nome, e i giusti abiteranno al tuo cospetto. _ _ !!Passione ! I Diaconi della Passione si inginocchiano e si inchinano profondamente davanti al celebrante che dice ad alta voce: S. Il Signore vi sia nel cuore e sulle labbra R. Amen. Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo san Giovanni. !Joannes 18:1-40; 19:1-42 In quel tempo: Gesù uscì con i' suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove era un orto, e vi entrò in loro compagnia. Conosceva bene anche Giuda quella località, perché Gesù vi andava spesso con i suoi discepoli. Avendo presa una coorte e alcune guardie dai capi dei sacerdoti e dei farisei, Giuda arrivò là con lanterne, con torce e con armi. Gesù pertanto conoscendo tutto ciò che stava per succedergli, andò loro incontro e disse: J. «Chi cercate?». C. Gli risposero: S. Gesù Nazareno! C. E Gesù replicò: J. «Sono io». C. C'era con essi anche Giuda, quello che lo tradiva. Non appena ebbe detto loro: «Sono io» andarono indietro e stramazzarono a terra. Di nuovo perciò domandò loro; J. «Chi cercate?». C. E quelli replicarono: S. Gesù Nazareno! Riprese Gesù: J. «Ve l'ho detto già, che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano». C. E ciò accadde perché si avverasse la parola già detta da lui: «Di quelli che tu mi affidasti, non ne perdetti neppure uno». Simon Pietro pertanto, avendo una spada, la sfoderò e, così, percosse un servo del pontefice e gli staccò l'orecchio destro. Questo servo si chiamava Malco. Disse perciò a Pietro Gesù: J. «Rimetti la spada nel fodero. Il calice che il Padre mi porge, non dovrò io berlo?». C. La coorte, intanto, e il tribuno e le guardie dei giudei afferrarono Gesù e lo legarono; e lo menarono prima ad Anna, suocero di Caifa, sommo sacerdote in quell'anno. Anzi, era stato proprio Caifa a dare ai Giudei il suggerimento: È opportuno che un uomo solo muoia invece di tutto il popolo. Andava dietro a Gesù Simon Pietro e un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal pontefice, e perciò entrò con Gesù nell'atrio di Caifa. Pietro invece se ne stava fuori alla porta. L'altro discepolo, conosciuto dal pontefice, riuscì fuori e parlò alla portinaia, la quale fece entrare anche Pietro. Gli disse però la portinaia: S. Che forse anche tu sei discepolo di quell'uomo? C. Rispose: S. No. C. Ora, siccome era freddo, così i servi e le guardie se ne stavano al fuoco e si scaldavano. Anche Pietro era con loro e si scaldava lui pure. Il pontefice pertanto interrogò Gesù intorno ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gli rispose Gesù: J. «Io ho parlato a tutti all'aperto. Ho insegnato sempre nella sinagoga e nel tempio, dove i giudei affluiscono senza numero. In segreto poi non ho insegnato mai nulla. Perché interroghi me? Interroga piuttosto quelli che mi hanno ascoltato. Sanno ben loro quello che ho detto». C. A tali parole di Gesù una guardia, lì presente, gli dette uno schiaffo, esclamando: S. Cosi tu rispondi al pontefice? C. Gli rispose Gesù: J. «Se ho parlato male, mostrami dove è il male; se poi ho parlato bene, perché mi percuoti?». C. Dopo averlo legato, Anna lo mandò al pontefice Caifa. Là era pure Simon Pietro che, in piedi, si stava scaldando. Gli dissero perciò alcuni: S. Forse, anche tu sei dei discepoli di lui? C. Rispose: S. No, no; non sono. C. Riprese uno dei servi del pontefice, parente di quello a cui Pietro aveva staccato l'orecchio: S. O non t'ho veduto io stesso nell'orto con lui? C. E Pietro di bel nuovo negò; e subito cantò il gallo. Condussero pertanto Gesù dalla casa di Caifa al pretorio. S'era fatto giorno oramai; ed essi non entrarono dentro per non contaminarsi, ed esser cosi in grado di mangiare la Pasqua. Uscì perciò Pilato e andò lui verso di loro, domandando: S. Qual è il capo d'accusa che mi presentate contro quest'uomo? C. Per risposta gli dissero: S. Se non fosse un malfattore, noi non te l'avremmo tradotto. C. E Pilato allora per tutta risposta: S. Pigliatevelo, e giudicatelo secondo la legge vostra. C. Ma i giudei gli soggiunsero: S. A noi non è permesso dare la morte a nessuno. C. E ciò, perché si verificasse la parola che aveva detto Gesù intorno al genere di morte che gli sarebbe toccato a subire. Pilato per tanto rientrò nel pretorio, e chiamò Gesù e gli disse: S. Sei tu il re dei giudei? C. Gesù rispose: J. «Dici questo di tuo, oppure te l'han detto altri di me?» C. Pilato gli replicò: S. Sono io forse un giudeo? La tua gente e i pontefici ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto? C. Gesù rispose: J. «Il mio regno non è di questo mondo. Se di questo mondo fosse il mio regno, le mie guardie avrebbero combattuto perché non fossi messo in potere dei giudei. Il mio regno ora non è di qui ». C.  Ma Pilato riprese: S. Dunque tu sei re? C. Gesù rispose: J. «Tu lo dici: io son re. Io sono nato per questo, e per questo son venuto nel mondo, per rendere, cioè, testimonianza alla verità. Chi proviene dalla verità, dà ascolto alla mia parola». C. E Pilato gli domandò: S. Che cos'è la verità? C. Detto ciò, uscì di nuovo verso i Giudei, dicendo loro: S. Io non trovo in lui colpa alcuna. Ma siccome c'è usanza che rilasci libero uno in occasione della Pasqua, così volete che sia messo in libertà il re dei giudei? C. Ma essi gridarono ad una voce, dicendo: S. Non lui, no, vogliamo, ma Barabba! C. E Barabba era un ladro. Pilato prese allora Gesù e lo flagellò. E i soldati intrecciarono una corona di spine e gliela misero sul capo, e lo ricoprirono con una veste rossa. Poi gli si avvicinarono e gli dissero: S. Salve, o re dei giudei, C. e gli davano schiaffi. Di nuovo Pilato uscì fuori e disse: S. Ve lo faccio nuovamente vedere qui, perché vi convinciate che non trovo in lui colpa alcuna. C. Venne fuori infatti Gesù che aveva la corona di spine e la veste di porpora. E disse loro Pilato: S. Eccovi l'uomo!. C. A tal vista, i pontefici e i ministri si dettero a gridare dicendo: S. Crocifiggilo! Crocifiggilo! C. Rispose loro Pilato: S. Pigliatelo e crocifiggetelo voi. Per parte mia, io non vi trovo nessuna colpa. C. Gli replicarono i giudei: S. Noi abbiamo la legge; e secondo la legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio. C. Sentendo queste parole, Pilato s'intimorì ancora di più. Rientrò quindi nel pretorio e interrogò Gesù: S. Di dove sei? C. Gesù per altro non gli dette alcuna risposta. Gli disse perciò Pilato: S. Non mi rispondi? Ma non sai che ho il potere di crocifiggerti, come ho il potere di rimetterti in libertà? C. Gli replicò Gesù: J. «Non avresti potere alcuno sopra di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani, è reo più gravemente di te». C. Da quel punto Pilato cercava, il modo di rimetterlo in libertà. I giudei invece incalzavano dicendo: Se lo rilasci, non sei amico di Cesare. Chiunque infatti pretende di essere re, va contro Cesare. C. Pilato allora, dopo tali discorsi, riportò fuori Gesù, e si assise in tribunale in un punto detto «Litostrato», in lingua ebraica, Gàbbata. Era la vigilia di Pasqua, ed era, quasi, l'ora sesta. Egli disse ai giudei: S. Ecco il vostro re! C. Ed essi per risposta vociarono: S. Toglilo, toglilo di mezzo, e crocifiggilo! C. Replicò loro Pilato: S. Dovrò io crocifiggere il vostro re? C. Gli soggiunsero i pontefici: S. Non abbiamo altro re fuori di Cesare. C. Fu allora che glielo con segnò nelle mani, perché lo mettessero in croce. Afferrarono quindi Gesù e lo menarono fuori. E portando la propria croce, egli si avviò a quel luogo che è chiamato Calvario, cioè, teschio, in ebraico, Golgota; dove lo crocifissero; e con lui crocifissero altri due, uno di qua e uno di là; e Gesù nel mezzo. Pilato, poi, compose il titolo della condanna e lo affisse alla croce. Era scritto: «Gesù Nazareno Re dei Giudei» Questo titolo infatti lo lessero molti, perché era vicino alla città il luogo, dove Gesù era stato crocifisso. Era scritto in ebraico, in greco e in latino. I pontefici ebrei per altro dissero a Pilato: S. Non ci scrivere: «Re dei Giudei» ; ma che costui aveva dichiarato: Io sono il Re dei Giudei. C. Pilato rispose: S. Quel che ho scritto, ho scritto. C. I soldati, pertanto, dopo averlo crocifisso, ne presero la veste e ne fecero quattro parti, una per ciascuno, e si impadronirono pure della tunica; la qual tunica era senza cuciture, perché fatta tutta a maglia dal capo in giù. Si dissero perciò: S. Non la dividiamo, ma tiriamola a sorte è sia di chi la vince. C. E ciò, perché si adempisse la Scrittura che dice: «Si son divisi i miei abiti, e misero a sorte la mia veste». E i soldati fecero appunto così. Stavano poi presso la croce di Gesù la sua Madre e la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena. Quando Gesù vide la Madre, e, lì vicino, il discepolo a cui voleva bene, disse alla Madre: J. «Donna, ecco il tuo figlio!» C. E poi disse al discepolo: J. «Ecco la tua madre!». E da quel punto il discepolo la ritenne come tale. Dopo ciò, conoscendo Gesù che tutto si era verificato, perché si compisse la Scrittura, disse: J. «Ho sete». C. Vi era lì un vaso pieno di aceto; ed essi, inzuppata una spugna nell'aceto ed avvolta ad ramo di issopo, gliela accostarono fino alla bocca. Dopo che ebbe sorbito l'aceto, Gesù disse: J. «Tutto è compiuto». Ed, abbassato il capo, spirò. !Si genuflette per un momento. C. Siccome per altro era la Parasceve, così, perché non ne rimanessero in croce i cadaveri nel sabato — in realtà, era molto solenne quel sabato — i giudei pregarono Pilato che fossero ad essi spezzate le gambe e fossero levati via. Vennero infatti i soldati e ruppero le gambe al primo e al secondo che erano stati crocifissi con lui; ma quando furono a Gesù, poiché lo videro già morto non gli fracassarono le gambe; ma un milite gli aperse colla lancia il costato, dal quale uscì subito sangue ed acqua. E chi vide ciò, ne fa testimonianza, ben sapendo di dire la verità, appunto perché crediate anche voi. Tutte queste cose infine sono avvenute, perché si adempisse la Scrittura: «Non romperete a lui nessun osso», e un altro punto della Scrittura che dice: «Volgeranno lo sguardo verso di colui che hanno trafitto». Dopo questi avvenimenti, Giuseppe d'Arimatea — essendo discepolo di Gesù, sebbene di nascosto per paura dei giudei -- pregò Pilato per avere il corpo di Gesù; e Pilato gli permise di prenderlo. Arrivò dunque e prese il corpo di Gesù. Giunse pure Nicodemo — quell'individuo che era andato la prima volta da Gesù di notte -- e portò una mistura di mirra e di aloe, quasi un cento libbre. Presero dunque il corpo di Gesù e lo avvolsero in lenzuoli con gli aromi, come s'usa dai giudei nelle sepolture. In quella località poi, dove [Gesù] era stato crocifisso, si trovava un orto, e nell'orto un sepolcro nuovo, dove non era stato messo nessuno. Ivi appunto, giacché quella tomba era vicina, essendo la Parasceve dei giudei, deposero Gesù. _ _ !!II. Intercessioni ! Mentre i Ministri sacri indossano paramenti neri, due accoliti stendono una tovaglia sull'altare e pongono il messale al centro di essa. Le grandi Intercessioni sono cantate da qui. V. Preghiamo, o carissimi, per la Chiesa santa di Dio; affinché Iddio nostro Signore si degni di pacificarla, raccoglierla e custodirla in tutto il mondo, assoggettando a lei i principati e le potestà; e a noi conceda che, con una vita quieta e tranquilla, diamo gloria a Dio Padre onnipotente. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, che nel Cristo hai rivelato la tua gloria a tutte le nazioni, custodisci le opere della tua misericordia, e fa che la tua Chiesa, sparsa per tutto il mondo, perseveri con fede salda nella confessione del tuo nome: Per il medesimo Signore. $Per eundem _ _ V. Preghiamo anche per il nostro beatissimo Papa N. . . . affinché Iddio nostro Signore, che lo ha prescelto nel l'ordine dell'episcopato, Io mantenga sano e salvo alla sua santa Chiesa, perché governi il popolo santo di Dio. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno  Iddio, dalla cui sapienza sono rette tutte le cose, volgiti propizio alle nostre preghiere, e nella tua bontà, conservaci il Pastore che ci scegliesti; affinché il popolo cristiano, che è governato dalla tua autorità, sotto un tanto Pontefice, cresca nei meriti della sua fede: _ _ V. Preghiamo anche per tutti i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Suddiaconi, gli Accoliti, gli Esorcisti, i Lettori, gli Ostiari, i Confessori, le Vergini, le Vedove, e per tutto il popolo santo di Dio. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, dal cui spirito tutto il corpo della Chiesa viene santificato e governato, ascolta le preghiere che ti facciamo per tutti gli ordini, e fa che, col favore della tua grazia, da tutti i gradi ti si presti un fedele servizio: R. Amen. _ _ V. Preghiamo ora per tutti i governanti, con i loro incarichi e poteri, affinché Iddio nostro Signore guidi la loro mente e il loro cuore secondo la Sua volontà per conservare sempre la pace. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Signore onnipotente ed eterno, nelle Tue mani sono i poteri delle autorità e i diritti di tutti i popoli; volgi la Tua benevolenza ai nostri governanti, affinché col Tuo aiuto in tutta la terra regni senza interruzione la purezza della fede e la sicurezza delle nazioni. Per nostro Signore Gesù Cristo. R. Amen. _ _ V. Preghiamo anche per i nostri catecumeni, affinché Iddio nostro Signore apra loro le orecchie del cuore e la porta della misericordia; onde ricevuta, mediante il lavacro della rigenerazione, la remissione di tutti i peccati, essi pure si trovino riuniti nel Cristo Gesù Signor nostro. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, che rendi sempre feconda di nuova prole la tua Chiesa, accresci ai nostri catecumeni la fede e l'intelligenza; e fa che, rinati nel fonte battesimale, siano aggregati ai tuoi figliuoli di adozione: R. Amen. _ _ V. Preghiamo, o dilettissimi, Iddio Padre onnipotente, affinché purghi il mondo da tutti gli errori; tolga via le malattie, tenga lontana la fame, apra le carceri, spezzi le catene, conceda ai viaggiatori il ritorno, agl'infermi la salute, ai naviganti il porto della salvezza. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, consolazione degli afflitti, forza dei tribolati; giungano a te le preghiere di quelli che da qualunque strettezza t'invocano ; e fa che nelle loro necessità tutti abbiano la gioia di sentirsi assistiti dalla tua misericordia: R. Amen. _ _ V. Preghiamo anche per gli eretici e gli scismatici; affinché Iddio nostro Signore li liberi da tutti gli errori; e si degni di ricondurli alla santa madre, la Chiesa Cattolica e Apostolica. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, che salvi tutti, e vuoi che nessuno perisca, volgi lo sguardo alle anime sedotte dagl'inganni del demonio; affinché, deponendo ogni eretica depravazione, i cuori degli erranti si ravvedano, e ritornino all'unità della tua verità: R. Amen. _ _ V. Preghiamo anche per i giudei; affinché Iddio nostro Signore tolga il velo dai lori cuori, affinché anch'essi riconoscano Gesù Cristo nostro Signore. (sed rubrica 1960) V. Preghiamo per gli Ebrei. Il Signore Dio nostro illumini i loro cuori perché riconoscano che Gesù Cristo è il salvatore di tutti gli uomini. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. v.Onnipotente sempiterno Iddio, che dalla tua misericordia non escludi neppure i giudei; ascolta te preghiere che ti rivolgiamo per la cecità di quel popolo; e fa che, conosciuta la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre: (sed rubrica 1960) V. Dio onnipotente ed eterno, tu che vuoi che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità, concedi propizio che, entrando la pienezza dei popoli nella tua Chiesa, tutto Israele sia salvo. Per Cristo nostro Signore. Amen. _ _ V. Preghiamo anche per i pagani; affinché Dio onnipotente tolga dai loro cuori l’iniquità; onde, abbandonando i loro idoli, si convertano al Dio vivo e vero e all'unico suo Figliuolo Gesù Cristo nostro Signore. S. Preghiamo. V. Pieghiamo le ginocchia. R. Alzatevi. V. Onnipotente sempiterno Iddio, che non la morte, ma la vita cerchi sempre dei peccatori, accogli benigno la nostra preghiera, e libera i pagani dal culto degli idoli, e aggrègali alla tua santa Chiesa, a onore e gloria del tuo nome: _ _ !!Adorazione della Croce ! Dopo queste orazioni i Ministri depongono le cappe e le casule e stanno in piedi presso i sedili. Il Diacono va con con gli accoliti in sacrestia, da dove ritorna in processione con le candele accese portando la croce velata (la più grande possibile), ed il Celebrante ed il Suddiacono avvicinandosi li incontrano davanti al centro dell'altare. Il Celebrante porta la Croce (con un aiuto, se necessario) al lato dell'Epistola del santuario e, rivolto al popolo, scopre la porzione superiore della Croce ed intona il verso: V. Ecco il legno della croce, al quale fu sospesa la salvezza del mondo. R. Venite adoriamo. ! Quando il coro canta queste parole, tutti si inginocchiano tranne il celebrante. Il Sacerdote allora avanza all'angolo anteriore e scopre il braccio destro, elevando la Croce un poco, canta in un tono più alto di prima: V. Ecco il legno della croce, al quale fu sospesa la salvezza del mondo. R. Venite adoriamo. ! Poi in mezzo all'altare il Celebrante scopre tutta la Croce, la solleva e comincia in un tono ancora più alto, i ministri ed il color continuano come prima: V. Ecco il legno della croce, al quale fu sospesa la salvezza del mondo. R. Venite adoriamo. ! Due assistenti portano la croce svelata al centro del santuario, dove stanno in piedi rivolti al popolo e tenendo la croce dritta con le braccia. gli accoliti pongono le loro candele ai due lati della Croce e si inginocchiano rivolti alla Croce per tutta l'adorazione che segue. Il Celebrante ed i Ministri e gli assistenti si tolgono le scarpe e, a turno, si avvicinano, genuflettendo tre volte, e baciano i piedi del Crocifisso. La Croce, ancora sostenuta dai due assistenti, le candele e gli accoliti, è posta in luogo adatto per l'adorazione dei fedeli. Questi formino in processione alla Croce, uomini prima, poi donne, dopo una semplice genuflessione bacino devotamente i piede del Crocifisso. Intanto due cori cantino gli Improperia. !IMPROPERIA ! Due cantori cantano il seguente: V. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Forse perché ti ho condotto fuori dalla terra di Egitto, hai preparata la Croce al tuo Salvatore. R. Santo Iddio. R. Santo Iddio. R. Santo e forte. R. Santo e forte. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. V. Forse perché ti ho guidato nel deserto per quarant'anni, e ti ho cibato con la manna, e ti ho introdotto nella terra ricchissima, tu hai preparata la Croce al tuo Salvatore. ! Due cori si alternano ripetendo come prima: R. Santo Iddio. R. Santo Iddio. R. Santo e forte. R. Santo e forte. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. V. Che cosa dovevo fare io di più per te e non lo feci? Io ho piantato te, quasi tu fossi la mia vigna prediletta, e tu fosti per me di un'estrema amarezza; poiché nella mia sete con l'aceto mi hai abbeverato e con la lancia hai squarciato il costato del tuo Salvatore. R. Santo Iddio. R. Santo Iddio. R. Santo e forte. R. Santo e forte. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. R. Santo immortale, abbi pietà di noi. _ _ ! I versi seguenti sono cantati alternati da due cantori di ciascun coro. I cori rispondono dopo ogni verso: Popule meus . . . fino al verso Quia. V. Io per te ho flagellato l'Egitto e i suoi primogeniti; e tu Mi hai abbandonato ai flagelli. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti trassi dall'Egitto ed ho sommerso Faraone nel Mar Rosso; e tu mi hai consegnato ai principi dei sacerdoti. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ho aperto il mare dinanzi a te, e tu con la lancia mi hai squarciato il costato. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti ho preceduto nella colonna di nube, e tu mi hai trascinato nel pretorio di Pilato. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti ho cibato con la manna nel deserto, e tu mi hai colpito cogli schiaffi e coi flagelli. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti ho dissetato con l'acqua di salvezza derivata dalla pietra, e tu mi hai dato a bere fiele e aceto. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Per te io ho percosso i re dei Cananei, e tu con la canna hai percosso il mio capo. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti diedi lo scettro regale e tu calcasti sul mio capo una corona di spine. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. V. Io ti ho esaltato con stupendi prodigi, e tu mi hai innalzato e confìtto sul patibolo della Croce. R. Popolo mio, che ti ho fatto io? o in che ti ho contristato? Rispondimi. ! Si canta poi il seguente canto. Ant. La tua Croce, * noi adoriamo, o Signore, e lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione ; ecco che in grazia del legno [della croce] è venuto il gaudio all'universo mondo. V. Dio abbia pietà di noi e ci benedica. Faccia risplendere su noi la luce del suo volto, ed abbia pietà di noi. Ant. La tua Croce, * noi adoriamo, o Signore, e lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione ; ecco che in grazia del legno [della croce] è venuto il gaudio all'universo mondo. _ _ !CRUX FIDELIS ! Poi si canta l'inno Pange lingua lauream nella maniera che segue con il Crux fidelis. Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. * Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. V. Canta, o lingua, del glorioso combattimento la corona. E sul trofeo della Croce canta la vittoria celebre che il Redentore del mondo riportò immolandosi. _ ` Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. V. Il Creatore dolendosi dell'inganno teso al primo padre, il quale mangiando il vietato pomo diede a sé stesso la morte, scelse il legno [della croce] per riparare dell'albero le perdite. _ ` Ant. Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. V. Questo appunto richiedevasi per salvezza nostra, che con arte egli vincesse l’astuzia nemica, e di là, da dove era venuta l'offesa, venisse il rimedio. _ ` Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. V. Quando dunque fu compiuta la pienezza dei secoli, venne, mandato dal Padre l'Artefice del mondo, che di carne verginale appare vestito. _ ` Ant. Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. V. Piange il bambino giacente nel piccolo presepio, entro pannicelli lo ravvolge la sua Madre Vergine; e le divine mani e i piedi stringe con le fasce. _ ` Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. V. Già sei lustri sono compiuti, dalla sua vita, ed egli che redense dalla morte gli uomini, da sé stesso si vota alla morte sulla Croce. _ ` Ant. Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. V. Eccolo abbeverato di fiele, langue affisso all'albero; spine, chiodi e lancia il mite corpo perforano, donde sgorgano sangue ed acqua, lavacro della terra, del mare, degli astri e del mondo. _ ` Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. V. Piega i rami, o albero eccelso, dà sollievo, piegandoti, alle sue membra stirate, mitiga la tua durezza naturale al paziente, e alle membra del sommo Re offri un più mite stipite. _ ` Ant. Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. V. Tu solo sei degno di reggere ora la vittima del mondo, tu solo nel gran naufragio dell'umano genere sei l'arca aspersa col sangue purissimo dell'Agnello. _ ` Ant. Croce fedele, tu sola nobile fra tutti gli alberi, mai alcuna selva produsse un albero simile a te nelle fronde, nei fiori e nei frutti. V. Sia sempiterna lode alla beata Trinità. Pari onore al Padre, al Figlio e al Paraclito; il nome di Dio Trino ed Uno lodino tutti al mondo. Amen. Ant. Dolce legno, dolci chiodi, che sostenete un sì dolce peso. _ _ ! La Croce è posta al centro dell'altare così da essere visibile a tutti in chiesa e le candele degli accoliti sono poste a ciascun lato. I Ministri sacri si vestono di vesti viola, ma solo il Diacono va all'altare della reposizione con gli accoliti. Lì prende la pisside dal tabernacolo senza incensazioni e ritorna all'altar maggiore, con ciascun accolito che porta una delle candele accese dall'altare della reposizione. Intanto tutti si inginocchiano ed il coro canta queste antifone: V. Ti adoriamo, o Cristo e ti benediciamo perché sulla Croce hai redento il mondo. V. La nostra servitù ci richiama ad un albero, la nostra redenzione alla tua Croce: il frutto di un albero ci ha sedotto, il Figlio di Dio ci ha redento. V. O Salvatore del mondo, salvaci; tu che per mezzo della Croce e del tuo Sangue ci hai redenti, aiutaci, te ne preghiamo, o Dio nostro. _ _ !!Comunione ! Il Diacono pone il ciborio su un corporale sopra l'altare maggiore. Il Celebrante ed il Suddiacono con doppia genuflessione lo raggiungono. Subito il Celebrante recita: V. Preghiamo: Esortati da salutari precetti e ammaestrati da un'istruzione divina, osiamo dire:! Tutti i presenti, clero e fedeli, recitano il Pater Noster in latino, come preparazione alla Comunione; questa recitazione sia solenne, grave, distinta. V. Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il nome tuo, venga il regno tuo; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. _ ! Il Celebrante continua da solo dicendo: V. Liberaci, o Signore, te ne preghiamo da tutti i mali, passati, presenti e futuri e per l'intercessione della beata e gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio, dei tuoi beati Apostoli Pietro e Paolo, Andrea e di tutti i Santi, donaci propizio la pace, affinché col soccorso della tua misericordia siamo liberi dal peccato e al sicuro da ogni turbamento. Per lo stesso Signor nostro Gesù Cristo tuo Figlio, che con te vive e regna, nell'unità dello Spirito Santo, Dio, per tutti i secoli dei secoli. ! E tutti rispondono insieme: R. Amen. _ ` ! Il Celebrante a mani giunti si inchina e continua a bassa voce: V. La comunione del tuo Corpo, Signore Gesú Cristo, ch'io indegno ardisco ricevere, non mi torni a delitto e condanna; ma per la tua bontà mi giovi a difesa dell'anima e del corpo e come spirituale medicina, Tu che sei Dio e vivi e regni con Dio Padre nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen. _ ` ! Apre il Ciborio, genuflette, estrae le sacre particole. Poi fa la Comunione come solito: V. Signore, non son degno che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita. V. Signore, non son degno che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita. V. Signore, non son degno che Tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e l'anima mia sarà guarita. _ _ ! La Santa Comunione è distribuita come il Giovedì Santo, tranne che i sacerdoti indossano una stola viola, non bianca. Quando tutti hanno comunicato, il Celebrante purifica le dita e pone il Ciborio nel tabernacolo in silenzio. Tutti stanno in piedi per ringraziare con lui mentre recita in tono feriale: _ ` V. Preghiamo. Ti preghiamo, o Signore: sul tuo popolo, che ha celebrato devotamente il mistero della Passione e Morte di tuo Figlio, discenda copiosa la benedizione, scenda il perdono e la consolazione, aumenti la fede e si consolidi la certezza della redenzione sempiterna. Per nostro Signore Gesù Cristo. ! E tutti rispondono: R. Amen. _ ` V. Preghiamo. Onnipotente e misericordioso Iddio, che ci hai riscattati con la Passione e Morte del tuo Cristo: conserva in noi l'opera della tua misericordia affinché, in virtù della partecipazione a questo mistero, viviamo sempre nella santità. Per lo stesso Cristo Nostro Signore. R. Amen. _ ` V. Preghiamo. Ricordati, o Signore, della tua bontà e misericordia e, col tuo perenne aiuto, santifica i tuoi servi, per i quali Gesù Cristo, Figlio tuo, ha istituito il mistero pasquale a prezzo del suo sangue. Per lo stesso Cristo nostro Signore. R. Amen. ! I Ministri genuflettono prima di ritornare in sacrestia.