A Roma, sulla via Aurélia, il natale del beato Callisto primo, Papa e Martire, il quale per ordine dell'Imperatore Alessàndro, dopo essere stato lungamente tormentato nel carcere colla fame, ed ogni giorno percosso con bastoni, finalmente fu precipitato da una finestra della casa in cui era custodito, e sommerso in un pozzo, e così meritò il trionfo della vittoria. A Rimini san Gaudénzio, Vescovo e Martire. A Cesarèa, nella Palestina, i santi Carpónio, Evaristo e Prisciàno, fratelli della beata Fortunàta, i quali, scannati, ricevettero egualmente la corona del martirio. Così pure i santi Saturnino e Lupo. A Cesarèa, nella Palestina, santa Fortunàta, Vergine e Martire, e sorella dei suddetti Martiri Carpónio, Evaristo e Prisciàno, la quale nella persecuzione di Diocleziàno, dopo aver superato l'eculeo, il fuoco, le fiere ed altri tormenti, rese io spirito a Dio. Il suo corpo fu poi portato a Nàpoli, nella Campània. A Todi, in Umbria, san Fortunàto Vescovo, il quale (come racconta il beato Gregorio Papa) rifulse per la grazia di straordinaria efficacia nello scacciare gli spiriti immondi. A Wùrzburg, in Germània, san Burcàrdo, primo Vescovo di quella città. A Bruges, nel Bèlgio, san Donaziàno, Vescovo di Reims. A Trèviri san Rùstico Vescovo. A Liòne, nella Frància, san Giusto, Vescovo e Confessore, uomo di mirabile santità e di spirito profetico, il quale, rinunziato il Vescovato, si ritirò in un eremo dell'Egitto, insieme con Viatóre, suo Lettore, ed ivi, avendo condotto per alcuni anni una vita quasi angelica, ed essendo giunta la degna fine delle sue fatiche, passò al Signore per ricevere la corona della giustizia. Il suo santo corpo, insieme colle ossa del beato Viatóre, che era stato ministro dello stesso Vescovo, fu poi portato a Lióne il due Settembre. Nello stesso giorno la deposizione del beato Doménico Loricàto. Ad Arpino, nel Làzio, san Bernàrdo Confessore.