[Rank] S. Cyrilli Episcopi Hierosolymitani Confessoris et Ecclesiæ Doctoris;;Duplex;;3;;vide C4a [Rank] (rubrica innovata) S. Cyrilli Episcopi Hierosolymitani Confessoris et Ecclesiæ Doctoris;;Duplex optional;;2;;vide C4a [Name] Cirillo [Oratio] Concedici, Dio onnipotente, per intercessione del beato Vescovo Cirillo, di avere di te, solo vero Dio, e di colui che mandasti, Gesù Cristo, una tale conoscenza, che meritiamo d'essere perpetuamente annoverati tra le pecorelle che ascoltano la sua voce. $Per eumdem [Lectio4] Cirillo di Gerusalemme, fin dai più teneri anni si applicò col massimo impegno allo studio delle divine Scritture, e fece in esse tali progressi da divenire un valente difensore della fede ortodossa. Imbevuto delle istituzioni monastiche, si obbligò a una perpetua continenza e al più austero genere di vita. Dopo essere stato ordinato prete da san Massimo vescovo di Gerusalemme, soddisfece con somma lode all'ufficio della predicazione della divina parola ai fedeli e dell'istruzione ai catecumeni, e compose quelle catechesi veramente meravigliose, nelle quali abbracciando con chiarezza ed eloquenza tutta la dottrina della Chiesa, difende solidamente contro i nemici della fede i singoli dommi della religione. Ed egli ne parla con tanta lucidità e precisione da confutare non soltanto le eresie già esistenti, ma ancora le future, quasi le avesse previste ; come per esempio nel provare la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nell'ammirabile sacramento dell'Eucaristia. Morto san Massimo, fu designato a succedergli dai vescovi di quella provincia. [Lectio5] Come il beato Atanasio, di cui era contemporaneo, egli ebbe a soffrire nell'episcopato molte ingiustizie e calamità per la fede, da parte delle fazioni Ariane. Le quali mal sopportando la veemenza onde Cirillo si opponeva all'eresia, l'attaccarono con delle calunnie, e, depostolo in un conciliabolo, lo cacciarono dalla sua Sede. Per sottrarsi al loro furore, egli se ne fuggì in Tarso di Cilicia, e, finché visse Costanzo, soffrì il rigore dell'esilio. Dopo la morte di questo, innalzato all'impero Giuliano Apostata, poté tornare a Gerusalemme, dove s'adoperò con zelo ardente a ritrarre il suo gregge dagli errori e dai vizi. Ma sotto l'imperatore Valente fu di nuovo costretto all'esilio, finché, restituita la pace alla Chiesa da Teodosio il Grande, e repressa la crudeltà e audacia degli Ariani, egli fu da questo imperatore ricevuto con onore come il più coraggioso atleta di Cristo, e restituito alla sua Sede. Con qual diligenza e santità egli adempisse ai doveri del suo sublime ministero, lo prova con evidenza lo stato fiorente della chiesa di Gerusalemme a quest'epoca, descrittoci da san Basilio andato a visitarvi i luoghi santi e fermatovisi qualche tempo. [Lectio6] La tradizione ci riferisce aver Dio illustrata con celesti prodigi la santità di questo venerabile vescovo. Tra questi si cita la celebre apparizione d'una croce più brillante dei raggi del sole, che segnalò il principio del suo episcopato. Di siffatto prodigio furono testimoni oculari, insiem collo stesso Cirillo, pagani e cristiani, il quale, dopo averne rese prima grazie a Dio nella chiesa, lo raccontò per lettera all'imperatore Costanzo. Né è meno degno d' ammirazione quello che accadde ai Giudei allorquando, per ordine dell'empio imperatore Giuliano, si sforzavano di riedificare il tempio distrutto da Tito. Suscitatosi un violento terremoto e usciti dalla terra enormi globi di fiamme, tutti i lavori furono consunti dal fuoco, così che i Giudei e Giuliano impauriti, cessarono dall'impresa, proprio come Cirillo aveva predetto con certezza. Infine, poco prima di morire intervenne al concilio ecumenico di Costantinopoli, nel quale fu condannata l'eresia di Macedonio, e di nuovo quella degli Ariani. Tornato poi a Gerusalemme, quasi settantenne, nell'anno trentesimo quinto del suo episcopato fece una santa morte. Il sommo Pontefice Leone XIII ordinò che il suo Ufficio colla Messa venissero celebrati da tutta la Chiesa. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Matteo !Matt 10:23-28 In quell'occasione : Gesù disse ai suoi discepoli: Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra. Eccetera. _ Omelia di sant'Atanasio Vescovo !Apologia della sua fuga, prima della metà La legge ordinava di stabilire delle città di rifugio, in cui, coloro che in qualsiasi modo fossero cercati a morte, potessero rimanervi sicuri. Inoltre, venuto nella pienezza dei tempi quello stesso Verbo del Padre, che antecedentemente aveva parlato a Mosè, diede di nuovo quest'ordine, dicendo: « Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra ». E poco dopo aggiunge: « Quando vedrete l'orrore della desolazione, predetta dal profeta Daniele, posta nel luogo santo (chi legge, comprenda), allora quelli che dimorano nella Giudea, fuggano ai monti; e chi starà sulla terrazza, non discenda per prender nulla di casa sua ; e chi è al campo, non ritorni per pigliar la sua veste » (Matth. 24,15). [Lectio8] Istruiti da queste cose, i Santi ne fecero sempre la regola della loro condotta. Infatti il Signore, prima ancora della sua venuta nella carne, aveva già detto ai suoi ministri quanto ora qui comanda ; e questo precetto conduce gli uomini alla perfezione. Perché bisogna assolutamente osservare quanto Dio comanda. Ond'è che lo stesso Verbo fattosi uomo per noi, non ha stimato indegno di nascondersi, come noi, allorché era cercato; e di fuggire altresì e d'evitare le insidie, allorché veniva perseguitato: ma quando venne il tempo da se stesso stabilito, in cui voleva soffrire nel corpo per tutti, si diede spontaneamente da sé nelle mani degl'insidiatori.