[Rank] Octava Sanctissimi Corporis Christi;;Duplex majus;;5;;ex Tempora/Pent01-4 [Rank] (rubrica 1960) Feria V infra Hebdomadam II post Octavam Pentecostes;;Feria;;1 [Rule] ex Tempora/Pent01-4 9 lectiones Doxology=Corp Comkey=20 [Lectio1] Dal primo libro dei Re !1 Sam 8:4-6 4 Radunatisi pertanto tutti i seniori d' Israele, andarono da Samuele a Ramata, 5 e gli dissero: Tu sei ormai vecchio, e i tuoi figli non battono la tua strada: perciò dacci un re, che ci giudichi, come l'hanno tutte le nazioni. 6 Spiacque a Samuele questo parlare e dire: Dacci un re che ci giudichi. E Samuele pregò il Signore. [Responsory1 1960] @Tempora/Pent01-1:Responsory1 [Lectio2] !1 Sam 8:7-9 7 E il Signore disse a Samuele: Ascolta la voce del popolo in tutto quello che ti dicono: perché essi non hanno rigettato te, ma me, affinché io non regni su di loro. 8 Così hanno fatto in tutte le cose loro dal giorno che li trassi dall'Egitto fino ad oggi, abbandonandomi per servire agli dèi stranieri, così fanno anche con te. 9 Adesso dunque ascolta la loro voce; ma fa con essi le tue proteste, e preannunzia loro i diritti del re che regnerà su di essi. [Responsory2 1960] @Tempora/Pent01-1:Responsory2 [Lectio3] !1 Sam 8:10-14 10 Samuele dunque riferì tutte le parole del Signore al popolo che gli aveva chiesto un re, 11 e soggiunse: Questo sarà il diritto del re che vi comanderà. Egli prenderà i vostri figli, e se ne farà dei cocchieri, dei cavalieri e dei battistrada alle sue quadriglie; 12 e li costituirà suoi tribuni e centurioni e aratori de' suoi campi e mietitori delle sue biade e fabbricatori delle armi e dei suoi cocchi; 13 e impiegherà anche le vostre figlie a confezionare unguenti, a far la cucina e il pane; 14 e prenderà ancora i vostri campi, le vigne e gli uliveti migliori e li darà ai suoi servi. [Responsory3 1960] @Tempora/Pent01-1:Responsory3 [Lectio4] Sermone di san Cirillo Vescovo di Gerusalemme !Catechesi mistagogica 4 La sola dottrina di san Paolo mi sembra bastare largamente a darvi una fede certa in questi santi misteri dei quali siete stati fatti degni, e che vi hanno resi con Cristo uno stesso corpo, per così dire, e uno stesso sangue. L'abbiamo inteso ora cantare «che nostro Signore Gesù Cristo la notte in cui veniva tradito, prese del pane, e dopo aver fatto il ringraziamento, lo benedisse, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli, dicendo: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo. E preso il calice, dopo aver fatto il ringraziamento disse: Prendete e bevete: questo è il mio sangue» (1Cor. 11,23). Ora, parlando del pane, avendo detto: «Questo è il mio corpo»; chi ardirà d'ora innanzi di dubitarne? E avendo detto lui stesso così positivamente: «Questo è il mio sangue»; chi mai potrà dubitarne e dire che questo non è il suo sangue? [Lectio5] Altra volta in Cana di Galilea mutò l'acqua in vino, che ha una certa rassomiglianza col sangue: e noi stimeremo poco degno di lui, il credere di aver mutato il vino nel suo sangue? Invitato a nozze terrene, egli fece questo miracolo che stupì tutti i convitati: e non saremo noi assai più fermamente convinti d'aver egli messo a nostra disposizione il corpo e sangue suo perché noi lo prendiamo con tutta certezza, come vero suo corpo e suo sangue? Perché sotto la specie del pane ci dà il (suo) corpo e sotto la specie del vino ci dà il (suo) sangue: così che quando mangi il corpo e bevi il sangue di Cristo, tu partecipi realmente al suo corpo e al suo sangue. È così che noi diventiamo Cristiferi, cioè portatori di Cristo nelle nostre persone, quando riceviamo nelle nostre membra il suo corpo e il suo sangue: è così, secondo san Pietro, «che noi diveniamo partecipi della natura divina» (Petri 1,4). [Lectio6] Altra volta, conversando coi Giudei, Cristo diceva: «Se non mangerete la mia carne, e non berrete il mio sangue, non avrete in voi la vita» (Joan. 6,54). Non avendo compreso spiritualmente queste parole, essi si ritirarono scandalizzati, immaginandosi ch'egli li esortasse a mangiare della carne umana. Anche nell'antico testamento c'erano dei pani di proposizione; ma appartenendo essi all'antico testamento, finirono con questo. Nel nuovo testamento abbiamo un pane celeste e un calice salutare, che santificano l'anima e il corpo. Queste sante cose essendo il corpo e il sangue di Cristo, di grazia, non le riguardare come se fossero puramente e semplicemente del pane, puramente e semplicemente del vino. Checché ne dicano i sensi, ti rassicuri la tua fede. Non giudicare la cosa dal gusto: ma la fede, non lasciandoti alcun dubbio, ti renda assolutamente certo che tu hai l'onore di partecipare al corpo e al sangue di Cristo. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni !Joannes 6:56-59 In quell'occasione: Gesù disse alle turbe dei Giudei: La mia carne è veramente cibo, ed il mio sangue è veramente bevanda. Eccetera._ !Omelia di san Cirillo Vescovo d'Alessandria !Libro 4 su Giovanni, c. 17 «Chi mangia, dice, la mia carne e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui» (Joann. 6,57). Come infatti se si versa della cera liquefatta su altra cera, ne viene necessariamente che l'una si confonda affatto con l'altra; così, chi riceve la carne ed il sangue del Signore, si unisce talmente a lui, che Cristo risiede in lui ed egli in Cristo. Una comparazione analoga si trova in Matteo: «Il regno de' cieli, egli dice, è simile al lievito, che una donna prese e nascose in tre staia di farina» (Matth. 13,33). Come « un po' di lievito, dice san Paolo, fa fermentare tutta la pasta» (Gal. 5,9), così una piccola eulogia attira a sé l'uomo intiero, e lo riempie della sua grazia; e in questo modo Cristo dimora in noi e noi in Cristo. [Lectio8] Se dunque noi vogliamo conseguire la vita eterna, se desideriamo aver in noi il largitore dell'immortalità, accorriamo con ardore a ricevere la divina eulogia; e badiamo che il diavolo, tendendoci insidie, non ci arresti per un timore pregiudiziale alle nostre anime. Ciò che affermi è giusto (dirai tu); tuttavia non ignoriamo che sta scritto che «mangia e beve la propria condanna, chi indegnamente mangia di questo pane e beve di questo calice» (Cor. 11,9). Conseguentemente, io esamino me stesso, e mi trovo indegno. Tu che parli così, chiunque tu sia, quand'è che ne sarai dunque degno? quando tu ti presenterai a Cristo? Perché tu sei indegno per i tuoi peccati, e se tu pecchi sempre (chi, infatti, comprende i propri falli? dice il Salmista) (Ps. 18,13) rimarrai privo per sempre di questa vivificante santificazione. [Lectio9] Prendi dunque, te ne prego, dei santi pensieri, studiati di menare una vita pura e prendi parte alla comunione, la quale, credimi, scaccia non solo la morte, ma ancora tutte le malattie. Perché Cristo, mentre è in noi, reprime la tirannia delle nostre membra ribelli: corrobora la pietà, e smorza nell'anima le passioni, guarisce i malati, rifà e rianima i cuori infranti: e, come il buon pastore che ha dato la sua vita per le sue pecorelle, ci rialza da ogni caduta. &teDeum